A Cannes, l'hotel è più di un semplice alloggio. È un rifugio, un punto di osservazione, un palcoscenico interno. Durante il Festival, diventa persino un doppio di se stessi: il proprio abito da notte, il proprio set da giorno, il proprio rifugio prezioso. Perché dormire a Cannes significa anche scegliere a quale film partecipare.


Il Majestic è senza dubbio il più frontale. Qui il cinema dorme in giacca da sera. Le suite si affacciano sul Palais, le lobby sono animate da frasi inglesi sussurrate e i corridoi profumano di iris e ambizione. Incontrerete produttori stanchi, star ultra truccate alle 8 del mattino e agenti con calzini invisibili. L'esperienza è totale. Il Martinez, più soleggiato, gioca la carta della Riviera neo-art déco. Piscina color pastello, suite in tonalità di bianco e una spiaggia privata pensata per gli incontri importanti. Le colazioni si fanno fuori dalla vista e gli outfit si pianificano direttamente dal caffè. Qui non si scende per cenare: si scende per farsi notare. Ma per chi cerca un'eleganza meno appariscente, l'Hôtel Belle Plage, ridisegnato da Raphael Navot, offre il perfetto contrappunto. Curve moderniste, materiali organici, silenzio artigianale. Si può dormire di fronte al mare, leggere sulla terrazza, incontrare discreti sceneggiatori e fotografi in residenza. Un indirizzo per chi parla poco ma guarda intensamente.


Infine, per gli ultra-iniziati, l'Hôtel du Cap-Eden-Roc rimane il mito. Isolato, quasi fuori dal mondo. Una villa sospesa tra cielo e mare, a mezz'ora di macchina, ma lontana anni luce dalla confusione. Gli abiti sono lunghi, le voci basse, le conversazioni rare. Si va lì per scomparire. O per rinascere.










