VILLA D'ESTE, UNO SHOWROOM SULLE RIVE DEL LAGO DI CÔME

Sulle rive del Lago di Como, Villa d'Este perpetua una certa idea di lusso europeo, tra giardini scolpiti e cipressi argentati. Trasformata in albergo nel 1873, questa ex residenza principesca incarna una raffinata arte di vivere, dove ogni dettaglio - dall'affresco al servizio d'argento - costituisce uno showroom all'italiana.

Ma prima di essere un rifugio per star e artisti, Villa d'Este è stata teatro di una lunga storia aristocratica. Costruita alla fine del Cinquecento con il nome di Villa del Garovo, fu commissionata nel 1568 dal cardinale Tolomeo Gallio, segretario di Stato di Papa Pio IV, che ne affidò la progettazione all'architetto Pellegrino Tibaldi. Concepito come residenza di villeggiatura, si sviluppa attorno a giardini all'italiana terrazzati, punteggiati da fontane, ninfei e sculture mitologiche. Dopo la morte del cardinale, la villa passò di mano in mano fino a quando, nel XIX secolo, fu ribattezzata "Villa d'Este", in onore del matrimonio di una principessa della Casa d'Este. Fu soprattutto la principessa Carolina di Brunswick, moglie del futuro re Giorgio IV d'Inghilterra, a conferirle il suo fascino romantico. Esiliata dal regno britannico, si stabilì qui nel 1815 e trasformò la tenuta in una mecca culturale e sociale, con concerti, balli in costume ed esperimenti botanici.

A lungo frequentata da reali e artisti in cerca di ispirazione, la Villa ha visto passare personaggi del calibro di Wagner, Churchill e Garbo. Oggi attira una nuova aristocrazia globale di star del cinema, politici e stilisti. Al tavolo della Veranda, George e Amal Clooney sfuggono alla frenesia di Laglio, mentre Barack Obama si concede una pausa dalla frenesia della città. L'arredamento è rimasto invariato: suite con soffitti dipinti, giardini simmetrici, servizio silenzioso. Ma il modo in cui guardiamo questi luoghi è cambiato. L'arredamento è diventato una vetrina della rappresentazione contemporanea, uno specchio del desiderio, paragonabile a quello che anima i grandi showroom parigini, dove si viene per osservare, scegliere e lasciarsi ispirare.

Questa convergenza tra patrimonio e moda si è cristallizzata nel maggio 2025, quando Chanel ha occupato la piscina galleggiante della Villa per presentare la sua collezione da crociera. Un podio sull'acqua, dove i riflettori tagliavano i volumi rinascimentali mentre le silhouette scivolavano tra le statue di Nettuno. Tilda Swinton, musa ipnotica, vi ha danzato come una figura barocca di ritorno da un sogno; Dua Lipa ha assistito allo spettacolo dalla balaustra, catturando il momento in una luce quasi cinematografica. In quel momento, la Villa è diventata qualcos'altro: un palcoscenico mondiale, un salone della modernità incastonato nel marmo della storia.

L'ecosistema alberghiero del lago alimenta questa dinamica estetica. Il Passalacqua, eletto miglior hotel d'Europa nel 2024, unisce l'artigianato locale al design contemporaneo. Il Sereno, progettato da Patricia Urquiola, ritaglia le sue linee minerali contro l'orizzonte. Il Grand Hotel Tremezzo, con i suoi ombrelloni arancioni e gli spazi all'aperto, coltiva un'arte del contrasto tra Dolce Vita e design audace. Tutti questi luoghi hanno capito che, al di là del comfort, ciò che attrae le persone oggi è un'esperienza di marca. Come a Parigi, dove gli showroom non sono più semplici spazi espositivi, ma veicoli di narrazione.

Le esperienze e la cultura che ci definiscono

Non perdetevi nessun articolo

Iscriviti alla nostra newsletter