Prima singaporiana a ricoprire la carica di curatore senior alla Tate, Charmaine Toh si propone di ridefinire la narrazione fotografica globale con un approccio radicato nel Sud-Est asiatico e aperto al Sud globale.

Una storica dell'arte del Sud-Est asiatico nel cuore della Tate: l'annuncio, nel maggio 2024, della nomina di Charmaine Toh a curatore senior per l'arte internazionale (fotografia) è stato una sorpresa anche negli ambienti artistici londinesi. Per questa specialista di fotografia di Singapore, la nomina rappresenta un culmine - e un nuovo inizio.
Formatasi all'Università di Melbourne, dove ha completato la sua tesi di dottorato, Toh è stata Senior Curator alla National Gallery di Singapore, dove ha curato una serie di mostre fondamentali. Tra queste, Living Pictures: Photography in Southeast Asia (2022), un'ambiziosa rilettura della storia fotografica della regione, e Chua Soo Bin: Truths & Legends (2019), che ha offerto un approccio intimo alla fotografia di ritratto in Asia.
Un grande progetto lo attende ora a Londra: l'organizzazione, entro il 2026, di una grande mostra intitolata Global Pictorialism. Questo progetto mira ad ampliare la prospettiva tradizionale sul Pittorialismo, un movimento spesso confinato alla storia occidentale della fotografia. L'obiettivo di Charmaine Toh è quello di includere traiettorie provenienti da Asia, Africa e America Latina, dove questa estetica ha resistito e si è persino evoluta in modo indipendente.
" Il pittorialismo non si è estinto ovunque nello stesso momento", ha spiegato recentemente a CNA Lifestyle. A Singapore, per esempio, lo stile si è affermato negli anni Cinquanta, sotto la spinta di fotografi amatoriali che lo consideravano una forma di espressione personale, ma anche nazionale, in un periodo di nascente indipendenza.


© Võ An Khánh
Alla Tate, Toh non parte da zero. Ha un solido background nella curatela e nell'acquisizione di opere. In particolare, ha svolto un ruolo nell'integrazione delle opere di Lim Kwong Ling e Foo Tee Jun nelle collezioni pubbliche di Singapore, consapevole dell'urgente necessità di preservare questi archivi di fronte alla graduale scomparsa dei loro autori.
Il suo approccio curatoriale è caratterizzato da una lettura contestuale e critica delle immagini, che unisce storia, società e geopolitica. Il suo obiettivo non è tanto quello di "diversificare" la collezione, quanto quello di riformulare gli stessi quadri di lettura: chi decide cosa merita di essere mostrato? Chi ha il diritto di raccontare la storia della fotografia?
Da questo punto di vista, Global Pictorialism non sarà solo una retrospettiva di vecchie immagini, ma anche uno spazio di dialogo tra epoche e continenti. Sebbene i dettagli della mostra rimangano riservati, sappiamo che Toh intende mescolare stampe storiche con interventi contemporanei, per interrogarsi sulla sopravvivenza di questa estetica nell'era digitale.
La posta in gioco di questa missione va ben oltre il pittorialismo. In un museo come la Tate, una delle istituzioni più seguite al mondo, la nomina di Toh fa parte di un movimento più ampio di apertura alle scene artistiche non occidentali. Ma mentre alcuni la vedono come uno sforzo cosmetico, la Toh sembra intenzionata a gettare fondamenta durature. "Non si tratta di aggiungere qualche artista del Sud a un elenco già esistente, ma di rivalutare il significato di quell'elenco", riassume Toh.
Charmaine Toh incarna una generazione di curatori per i quali la fotografia non è solo un mezzo estetico, ma anche uno strumento di memoria, resistenza e narrazione collettiva. Lo dimostra da anni, con mostre approfondite e rigorose, ma anche profondamente umane, in cui le immagini sono tanto testimoni della storia quanto attori della stessa.









