Certains magazines traversent les époques discrètement. D’autres laissent une empreinte indélébile dans l’histoire. The Face appartient à cette deuxième catégorie. Du 20 février au 18 mai 2025, la National Portrait Gallery de Londres lui consacre une exposition immersive : “The Face Magazine: Culture Shift”. Plus qu’un simple retour sur ses heures de gloire, cette rétrospective est une plongée sensorielle dans la culture visuelle des années 80 et 90. À l’époque, la presse imprimée osait encore être un terrain d’expérimentations artistiques et sociales.

Catturare l'energia di una generazione
Fin dalle prime sale, i visitatori possono percepire l'effervescenza di quei decenni. Le immagini, crude e vibranti, raccontano la giovinezza in tutta la sua libertà e incoscienza. The Face ha catturato questo impulso con notevole precisione. La rivista ha rivelato al mondo una giovane Kate Moss, allora lontana dagli standard perfetti della moda. Questa bellezza imperfetta divenne l'incarnazione dello stile grunge.
Derrière ces couvertures mythiques se cachait une volonté forte : mettre en lumière les talents de demain. Musiciens underground, créateurs avant-gardistes, icônes en devenir… Tous trouvaient leur place sous l’objectif de photographes visionnaires. Sheila Rock, avec ses clichés électrisants de la scène punk, ou Corinne Day, capturant la vulnérabilité sans artifice d’une génération, en sont des exemples marquants.
Ce que The Face proposait, c’était une alternative. Une ouverture sur des mondes peu explorés par les médias traditionnels,” explique Lee Swillingham, ancien directeur artistique du magazine.


Madonna fotografata da Jean-Baptiste Mondino per la copertina di The Face, giugno 1990 © Jean-Baptiste Mondino
Una scenografia che risveglia i sensi
Curata da Sabina Jaskot-Gill, con l'aiuto di Swillingham e del fotografo Norbert Schoerner, la mostra evita di congelare la nostalgia. Ogni sala ricrea l'atmosfera ribelle della rivista. Il visitatore è immerso nei suoni grattugiati degli anni '80 e nell'audace tipografia di Neville Brody. Il suo lavoro grafico fu rivoluzionario all'epoca, ridefinendo i codici del design editoriale.
In questa retrospettiva, la moda incontra la strada. L'arte flirta con la provocazione. Elaine Constantine immortala la cruda energia dei primi rave party. David Sims cattura espressioni spontanee, trasformando persone anonime in icone.

Una stampa audace che è diventata rara
Pourtant, une question persiste : qu’est devenue cette presse qui osait provoquer et susciter le débat ? À l’ère de l’image instantanée et surconsommée, The Face rappelle que le visuel peut être un acte de résistance. “La mode était un prétexte. Ce qui comptait, c’était l’attitude, le regard sur le monde,” insiste Schoerner. Cette vision résonne dans chaque portrait exposé, témoignant d’une époque où la jeunesse créait sa propre culture au lieu de la suivre.
Rilanciata nel 2019, la rivista cerca di recuperare il suo spirito ribelle. Ma la mostra mette in evidenza quella che era la sua forza originaria: la completa libertà di sperimentare. Le scelte audaci, i soggetti non convenzionali e l'estetica cruda di Brody rimangono ancora oggi fonti di ispirazione.


"Winter Sports" di Jamie Morgan, con Nick Kamen, acconciato da Ray Petri, gennaio 1984 © National Portrait Gallery London
Tra omaggio e ispirazione per il domani
La mostra è accompagnata da una ricca pubblicazione, che unisce interviste esclusive a Nick Logan, fondatore della rivista, e analisi di figure importanti come Ekow Eshun. Ma è davanti alle immagini, nel silenzio silenzioso delle sale, che avviene la vera magia. I volti giovanili e i momenti rubati rivelano quella scintilla creativa unica che Il Volto ha catturato così bene.
Questa retrospettiva è più di un tributo nostalgico. Ci invita a ripensare il presente e a reinventare il futuro. Quando la cultura e la moda si incontrano senza compromessi, ribaltano ancora le convenzioni.









